Bologna è stata colpita da un violento nubifragio che ha messo in ginocchio la città, con strade allagate e famiglie sfollate.
In questa atmosfera di emergenza, i rider delle piattaforme di food delivery hanno continuato a sfrecciare per le vie bolognesi, cercando di portare cibo nelle case dei cittadini. Un comportamento che ha suscitato indignazione e sdegno, evidenziato da video e foto condivisi dai residenti. Nonostante l’allerta meteo e l’appello del sindaco Matteo Lepore a rimanere al sicuro in casa, le aziende di consegna hanno ignorato la situazione, mettendo a rischio la vita dei loro lavoratori.
La città di Bologna si è trovata in una situazione critica, con piogge torrenziali e allagamenti che hanno causato non solo disagi, ma anche tragedie, come la morte di un giovane di 20 anni che ha perso la vita a causa del maltempo. Eppure, mentre la città si confrontava con questi eventi drammatici, i rider hanno continuato a lavorare, coperti di impermeabili, mentre pedalavano su strade trasformate in fiumi. Le immagini di questi giovani, concentrati nel loro compito anche in condizioni estreme, stanno girando su Internet, mostrando una realtà preoccupante: il mondo del food delivery è sempre più caratterizzato da precarietà e sfruttamento.
Le piattaforme di delivery, da parte loro, sembrano aver ignorato la gravità della situazione, senza sospendere il servizio. Solo Just Eat ha deciso di fermare le consegne, rispettando un’intesa firmata con i sindacati in caso di emergenze climatiche. CGL, Filt e Nidil, i sindacati locali, hanno denunciato questa mancanza di responsabilità e il pericolo per la sicurezza dei lavoratori, che si trovano a fronteggiare una realtà difficile e, in questi frangenti, addirittura letale.
L’azione legale dei sindacati per la sicurezza dei rider
Di fronte a questa situazione, la Camera del Lavoro di Bologna ha preso una posizione decisa, annunciando di voler presentare un esposto alla Procura della Repubblica. L’obiettivo è verificare se le aziende di delivery che non hanno sospeso il servizio siano penalmente responsabili per aver messo in pericolo i rider. I sindacati, infatti, sottolineano che la sicurezza dei lavoratori nel settore della consegna a domicilio è un tema rimasto spesso in secondo piano, ma che merita una maggiore attenzione, soprattutto in situazioni di emergenza come quella affrontata recentemente.
Il tema della tutela e dei diritti dei rider non è nuovo. Da tempo, i sindacati si battono per garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure per una categoria che ha visto crescere la propria importanza durante la pandemia, ma che spesso è costretta a un lavoro precario e mal retribuito. La responsabilità delle piattaforme digitali diventa sempre più evidente, con un modello di business che, a volte, sacrifica la sicurezza dei lavoratori sull’altare del profitto.
Rischi crescenti per i rider e cambiamenti climatici
Con l’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici, ci si chiede se la situazione non si aggraverà ulteriormente in futuro. I sindacati avvertono che i rider possono trovarsi sempre più spesso a dover affrontare condizioni rischiose durante il loro lavoro quotidiano. “Non si tratta solo di maltempo. Le crisi climatiche che stiamo vivendo sono la nuova normalità,” dichiarano i sindacati, evidenziando la necessità di una maggiore consapevolezza da parte delle aziende nella gestione della sicurezza dei loro lavoratori.
La questione, quindi, va ben oltre il semplice impegno delle aziende nel garantire la sicurezza. Si solleva un dibattito importante e urgente: come possiamo garantire che i rider non debbano sacrificare la loro vita per un servizio di consegna? E come possono le aziende e le istituzioni lavorare insieme per creare un contesto lavorativo più sicuro in un’epoca di cambiamenti climatici? La risposta rimarrà aperta, ma la speranza è che iniziative come quella dei sindacati possano rappresentare un passo avanti decisivo verso un miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore.