Interstellar è un film che continua a stimolare emozioni forti ha compiuto 10 anni dalla sua prima apparizione sul grande schermo.
Diretto da Christopher Nolan, il suo mix di scienza e sentimenti ha catturato il cuore di un vasto pubblico. Nonostante questo, la critica ha spesso sollevato dubbi, accusando il regista di non approfondire adeguatamente i temi trattati. Scopriamo insieme il motivo di tanto amore e tanta valutazione contrastante.
Il 26 ottobre 2014, nei fastosi ambienti del Grauman’s Chinese Theater, Interstellar è stato presentato al pubblico. Christopher Nolan, già un regista affermato, ha preso la scena con un’opera ambiziosa. Con film iconici come Memento e la Trilogia del Cavaliere Oscuro alle spalle, era un nome che generava aspettative. Interstellar, con la sua trama complessa e i suoi temi mai banali, si era preannunciato come un’esperienza unica. Le radici del film affondano nel precedente lavoro di Robert Zemeckis, Contact, dando il via a un viaggio scientifico e filosofico.
La questione della genesi del film è intrigante, in particolare il coinvolgimento del fisico Kip Thorne e del fratello di Christopher, Jonathan Nolan. Quest’ultimo si dedicò a lunghi studi di fisica per assicurarsi che il film si distaccasse dalle opere del passato, pur mantenendo un occhio di riguardo alle grandi produzioni di epoca passata. È da notare la differenza di approccio rispetto a altri film di fantascienza ben più commercializzati, come Armageddon o Deep Impact, con un richiamo più raffinato a pellicole come Solaris e Sunshine.
Senz’altro, un punto di riferimento per Interstellar è 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick. La sua influenza è innegabile, soprattutto considerando l’evoluzione dell’immagine dello spazio nella cinematografia. Anche se alcuni potrebbero trovare eccessivi i paragoni, ciò non toglie che la sceneggiatura dei Nolan, in particolare la sua complessità e la sua lunghezza, rappresenti un traguardo notevole per il genere. Così, ci ritroviamo in un ambiente desolato nel 2067, dove il protagonista, Joseph Cooper, vive una vita da agricoltore a causa della crisi in corso. Con il grano ridotto a ben poca cosa, si delinea un futuro cupo per la razza umana.
Riflessioni sul classismo e la scienza
Una delle tematiche predominanti di Interstellar è il modo in cui rappresenta il futuro della società, caricandolo di un forte senso di classe e di disuguaglianza. Nolan racconta di una civiltà impoverita, dove la scienza è divenuta un nemico, e il viaggio sulla Luna viene descritto come una farsa, quasi un mito lontano. C’è anche un richiamo all’epoca della Grande Depressione e alla crisi agricola delle Grandi Pianure, elementi che inducono a riflettere sul nostro presente e sulle scelte che sta compiendo l’umanità.
Ciò che rende davvero affascinante il film è la missione di salvataggio che si sviluppa parallelamente a questa crisi: l’astronauta Cooper e il suo team cercano nuovi mondi abitabili, un ruolo essenziale in questo racconto di speranza e disperazione. La presenza di un buco nero vicino a Saturno si trasforma in un simbolo di possibile salvezza, mentre i pianeti da esplorare offrono una nuova chance a un’umanità in difficoltà. Ma il film va oltre, ponendo interrogativi sulla predestinazione e sul destino di ciascun personaggio, facendo diventare le emozioni le vere protagoniste della storia.
Quando Cooper lascia i suoi figli a casa, si vende un forte messaggio sul significato dei legami familiari e sul sacrificio. La colonna sonora di Hans Zimmer, con le sue palpitanti melodie, arricchisce ulteriormente l’esperienza visiva, facendoci entrare in sintonia con la fragilità dei rapporti umani. Con l’accumularsi di tensioni e sentimenti, Nolan riesce a dare vita a un racconto in cui la scienza diventa lo sfondo su cui si dipanano emozioni universali.
Un’operazione filmica con limiti e bellezze
Mentre Interstellar si fa portavoce di idee affascinanti, nondimeno si scontra con le aspettative del pubblico e della critica. Il paragone con 2001: Odissea nello Spazio è ricorrente, anche se non sempre pertinente. I personaggi robotici come TARS e CASE si presentano in modo più amichevole rispetto a HAL 9000, creando un contrasto interessante. Inoltre, la madornale differenza di stili tra Kubrick e Nolan è evidente; mentre Kubrick si concentrava sull’esplorazione filosofica, Nolan affonda nella narrazione emotiva.
La vena narrativa di Interstellar si arricchisce quando Cooper scopre di essere il fantasma citato da sua figlia Murphy. Questa rivelazione, a tratti sorprendente, si intreccia con la lotta per la salvezza umana. Un raggio di speranza in un contesto disperato. La sceneggiatura dei Nolan mostra un mix astuto di teorie scientifiche e riflessioni socratiche, che compongono una struttura solida seppur complessa. Di certo, l’abilità di Nolan nel mescolare scienza e vita, è una sintesi ben riuscita.
Si potrebbe dire che il film lascia una porta aperta a interpretazioni diverse e incontri di pensiero. L’unicità del film non sta solo nel suo aspetto visivo stupefacente, ma soprattutto nella profondità dei temi affrontati. Con il tempo, Interstellar ha preso il suo posto nella storia del cinema, conquistando l’immaginario collettivo, e dimostrandosi un’opera che è più di un semplice racconto di fantascienza.