Gkn, cosa sta succedendo dietro le quinte? Scopri il mistero che si cela dietro Gkn

La questione della ex Gkn Driveline di Campi Bisenzio continua a far parlare di sé, mescolando ansia, speranza e incertezze.

L’ex stabilimento, ora sotto i riflettori per una complicata vicenda di vendita che ha lasciato senza parole i lavoratori, è diventato simbolo di una lotta più ampia. Di recente, è emerso che lo stabilimento è stato venduto senza alcuna comunicazione ufficiale. Questa notizia ha sconvolto i dipendenti, già provati da tre anni di battaglie sindacali. In questo articolo, esploreremo i dettagli di questa situazione intricata, partendo dalle recenti rivelazioni e passando per la storia della fabbrica.

Un annuncio inaspettato: la vendita del capannone

La scoperta della vendita del capannone della ex Gkn Driveline, avvenuta il 12 marzo scorso, ha colto di sorpresa il collettivo aziendale, il quale ha diffuso una nota l’20 ottobre per chiarire la situazione. Non solo l’immobile è stato smantellato dal proprio proprietario originario, ma non è assolutamente più in mano alla società, che nel frattempo ha cambiato nome in Qf. A detta dei lavoratori, la verità ufficiosa è che lo stabilimento è passato sotto il controllo di due società immobiliari – Tuscany Industry srl e Sviluppo Immobiliare Toscana srl – che avrebbero legami con la stessa proprietà della Qf. La rivelazione ha gettato un’ombra sul futuro dei dipendenti, che ora temono di non vedere mai più i loro spetti arretrati.

Ma la comunità dei lavoratori non si ferma qui. La vendita misteriosa è sembrata sospetta e ha sollevato interrogativi. “Il liquidatore Gianluca Franchi,” ci si chiede, “cosa intende per ‘liberazione’ dello stabilimento?” Le sue parole, che ruotano attorno a questa questione, non hanno chiarito le sorti dei lavoratori. Anzi, hanno spinto il collettivo a chiedersi se il vero obiettivo di questa manovra fosse evitare di pagare gli stipendi, privando i dipendenti di un asset di garanzia. Di certo, questa azione segna una nuova tappa in una lunga e complessa battaglia, dove il dialogo tra le parti sembra alto e le soluzioni rimangono evanescenti.

La campagna di azionariato popolare: speranza e frustrazione

Recentemente, dal 11 al 13 ottobre, si era tenuta un’assemblea tra i lavoratori della ex Gkn, anticipando una fase di azionariato popolare. Un’iniziativa caratterizzata da fondi promettenti, con un milione di euro di sostegno proposto da centinaia di sottoscrittori, per supportare il nuovo piano industriale e avviare la produzione di pannelli solari e cargo bike elettriche. L’ottimismo era palpabile, ma la forte doccia gelata riportata dalla notizia della vendita ha spazzato via gran parte delle speranze. Dario Salvetti, della rappresentanza sindacale unitaria , ha continuato a esprimere la fiducia in progetti che avrebbero potuto raggiungere anche quota due milioni, ma il clima era ormai compromesso.

Protesta Gkn la campagna di azionariato popolare- Foto: Instagram @mirkoaronica- amigosdevilla.it

In questo contesto ambivalente, i lavoratori sentono il peso di antiche ingiustizie. La preoccupazione dilaga, mentre un nuovo chiaro segnale di insoddisfazione emerge dal gruppo. “È come se il nostro futuro fosse in bilico e completamente appeso a un filo,” sono le parole di alcuni dipendenti, ora preoccupati di come si evolverà la situazione. Da una parte c’è la pressione verso il sostegno all’azionariato popolare, dall’altra una sensazione di tradimento e mancanza di chiarezza da parte dell’ex management.

La lunga storia della Gkn Driveline: un’epopea di lotte e resistenza

La storia della Gkn Driveline di Campi Bisenzio è una narrazione ricca di sfide e lotte sindacali. La fabbrica, che un tempo era parte di un potente gruppo britannico, Gkn Automotive, ha visto cambiamenti drammatici negli ultimi anni. La vendita della società madre, avvenuta a favore del fondo britannico Melrose Industries Plc, ha segnato l’inizio di gravi crisi. Da quel momento, le lettere di licenziamento hanno cominciato a invadere le caselle di posta dei dipendenti, creando un clima di angoscia e preoccupazione.

Dal luglio del 2021, le notizie brutte e spietate sono diventate la quotidianità. Da quel momento, la fabbrica è stata occupata dai dipendenti, accompagnati da sindacati confederali, che si sono uniti in un’assemblea continua per combattere contro l’inevitabile chiusura. Il loro obiettivo è rimasto sempre lo stesso: la salvaguardia dei posti di lavoro e la salvazione di un pezzo di storia industriale italiana. Questa sommossa ha dimostrato la determinazione della comunità, mostrando una frangia di lavoratori pronta a lottare fino in fondo per i loro diritti.

Ora, con l’ultima scoperta sulla vendita del capannone, una nuova era di sfide sembra affacciarsi all’orizzonte. La lotta della Gkn Driveline non è solamente una battaglia per i posti di lavoro, ma si configura sempre più come una lotta per la dignità e il rispetto in un settore in costante evoluzione. La questione resta aperta e il futuro è ancora incerto: i lavoratori sono tesi, ma non intendono smettere di lottare.

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Rossana Muraca